Monday, September 14, 2009

Il mattino del 13 settembre 2009 maturai l'asettico sospetto che il futurismo fosse morto, d'inedia.

Nella ovattata semitenebra del mattino che grava cronica e imperterrita sui miei bulbi oculari, li odo incessanti rigurgitare pensieri compri o prestati.
Della vocina stridula che sola si leva gravida di futuro, sbranando a due a due le parole scritte che stente non saziano la sua bramosia, inevitabile è a lungo termine la riduzione a fatto statistico, tanto che già la pregusto tremulo nella bocca asciutta e televisionata.
E il veicolo in movimento è già qui che perde velocità pur mentre l'acquista, zio Marinetti, scusa.

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