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Monday, March 22, 2010

Ultimi acquisti

La settimana scorsa ho trascorso il mio weekend in fiera a dare una mano agli amici di Janus come dimostratore di Polaris, e già che c'ero ne ho approfittato per fare acquisti... In particolare, alcuni titoli del catalogo Narrattiva che desideravo e che mi mancavano. Ecco che cos'ho comprato:
  • Sporchi Segreti (Dirty Secrets di Seth Ben-Ezra). Penso che questo gioco sia un capolavoro. Mi aveva molto favorevolmente colpito già in una breve dimostrazione fattami da Michele Gelli durante Utopia Rouge, e per fortuna poco dopo l'acquisto ho quasi subito avuto l'occasione per una partita completa con un gruppo di amici molto affiatati. Risultato: anche meglio delle mie aspettative. Un capolavoro! Massimo coinvolgimento, emozioni forti, e un insieme di meccaniche che continuano a scagliare sui giocatori, a moltissimi livelli, continui colpi di scena e sorprese (e sempre significativi). È un design che mostra a che cosa può servire davvero l'inserire meccaniche per "la risoluzione dei conflitti". Particolarmente degna di lode anche la scelta di localizzazione "forte", che adatta il gioco a un'ambientazione italiana per mantenerlo vicino al vissuto dei giocatori... cioè per fornire una vera "traduzione" dell'esperienza di gioco voluta dall'autore.
  • Mille e Una Notte (1001 Nights di Meg Baker). L'unico dei miei acquisti a essere fra le "nuovissime uscite", è un libriccino agile, piacevolmente "fresco" alla lettura oltre che piuttosto bello a vedersi. Quei miei amici che l'hanno già provato mi assicurano che il gioco si porta agevolmente a compimento in un paio d'ore e che riesce benissimo con soli tre giocatori: tutte grandi qualità, grazie alle quali - non ne ho dubbi - potrò molto presto mettere alla prova questo gdr e, salvo delusioni che sinceramente non mi aspetto affatto, ripetere l'esperienza più e più volte. Rispetto alla media dei prodotti librari di Narrattiva è anche costato poco, ohibò!
  • The Upgrade (di Olle Jonsson, Thorbiörn Fritzon e Tobias Wrigstad). Un classico del jeepform, precedente a Dubbio. Non sono del tutto convinto, lo ammetto, da quest'operazione che si sta facendo di commercializzazione delle traduzioni italiane di scenari che invece, nella loro versione in lingua inglese, sono liberamente disponibili per il download; ma d'altra parte riconosco che avere a disposizione in lingua italiana i vari componenti del gioco mi sarà estremamente utile, e tale comodità è un bene legittimamente commerciabile. Di certo il gioco non ha più scuse per non essere, prestissimo, inserito nel cartellone dei Ciuchi nella Nebbia, che stanno giusto ora riprendendo le loro attività (non più presso il Club Treemme bensì negli spazi de Lo Sguardo dell'Altro).
  • Annalise (di Nathan Paoletta). L'ho comprato un po' per desiderio di completezza, e un po' perché me ne avevano parlato molto bene. Per il momento, tuttavia, mi desta qualche perplessità. Ammetto di non aver ancora terminato la lettura del manuale, ma... è proprio questa la cosa strana! Di norma, io i manuali di gioco di ruolo li divoro con una rapidità quasi ingorda, giacché sono una lettura che mi appassiona enormemente. Questo di Annalise, invece, caso più unico che raro, è un testo che mi respinge - la cui lettura mi affatica oppure mi annoia, costringendomi a una pausa ogni poche pagine. È per me una situazione insolita, forse senza precedenti. D'altro canto, devo dire che proprio questa singolarità mi rende abbastanza curioso di provare il gioco, visto che alla sola lettura non riesco minimamente a raffigurarmelo in azione. Vedo che utilizza una meccanica di risoluzione basata sugli Otherkind Dice, il che è di norma un grosso punto a favore, e che i "Claim" sono qualcosa di abbastanza simile alle "Minutiae" di Shock:, certamente uno dei miei giochi preferiti, perciò avrei pur ragione di nutrire buone aspettative. Vedremo...
Sia inoltre messo agli atti che:
  • Per questa volta, non ho comprato la nuova e fiammante edizione italiana di Montsegur 1244 (sempre da Narrattiva) semplicemente perché ne posseggo già l'edizione in inglese. Prima o poi, però, è probabile che farò l'acquisto, sia per il buon livello della componentistica, sia per l'interessante capitolo di approfondimenti che il mio buon amico Ezio ha aggiunto al manuale. Montsegur è un gioco eccelso che sono fermamente intenzionato a ri-giocare molte altre volte, e data la sua grandezza potrebbe ben meritare un "doppio acquisto".
  • Per questa volta, non ho acquistato Lo Spirito del Secolo (ultima novità da Janus Design) per la ragionevole certezza, su basi logistiche e per così dire "sociali", che nell'immediato futuro non ci giocherò. Consiglio però spassionatamente questo gioco (che ho provato con grande divertimento) a tutti coloro i quali abbiano "un buon gruppo di gdr tradizionale" che si riunisca con un minimo di regolarità e che contenga persone creative e fantasiose, ma pur sempre desiderose di giocare "leggero".
Picture is unrelated.

Thursday, May 28, 2009

Ma com'era poi andato a finire il Lil' Game Chef?

Questo post è rimasto in sospeso per circa 1000 anni, ma in fondo anche questo è tipico di me...

I lettori di questo blog potrebbero ricordare che Aeonaut, da me scritto per il Little Game Chef 2009 di Walmsley, Morningstar & Tuovinen, fu automaticamente squalificato perché inviato (circa un minuto) oltre la deadline. La mia reazione a questo fu nell'ordine del "comunque l'unica ricompensa possibile è la notorietà, giusto? perciò la otterrò ugualmente!", ovvero tentare in ogni modo di far parlare del mio elaborato nonostante - o proprio grazie a - la sua squalifica d'ufficio.
In questo, Eero Tuovinen mi è cortesemente venuto incontro, facendomi il favore di leggere il testo e commentarlo ugualmente (qui un divertente e interessante scambio tra me e lui a riguardo): commenti contemporaneamente molto positivi e molto negativi, tali da offrire lo spunto per un'ulteriore discussione, che prima o poi certamente inizierò.
Anche sul forum temporaneo dedicato alla critica alla pari per il Lil' Game Chef (forum che purtroppo sembra essere già andato offline) ho ottenuto una pletora di interessanti recensioni - perloppiù disgustate, ma questa sincerità la apprezzo! - per alcune delle quali, fra l'altro, debbo ancora sdebitarmi. E lo farò, sia pure con i tempi geologici che mi sono propri.


Ma se riesumo ora la questione è perché nel frattempo Aeonaut sembra aver suscitato l'interesse di alcuni amici italiani, a cominciare dal caro Andrea Castellani (con un'interessante circolarità karmica, in ragione del fatto che proprio dal suo lavoro ho tratto una definizione operativa di immedesimazione/immersion che per Aeonaut è stata fondamentale). Neanche i debiti di questa mia creazione nei confronti di Pathos sono passati insosservati, a quanto pare...
Mi son giunte quindi alcune esortazioni a tradurre Aeonaut in lingua italiana, di cui sono in verità lusingato, ma le disattenderò, almeno per il momento. Non vorrei, infatti, limitarmi a una traduzione: ci sono elementi del gioco (frettolosamente messo insieme nel corso d'una settimana) che, alla luce delle recensioni, vorrei cambiare, e la prossima "edizione" dovrà includere tali cambiamenti, anche se sarà redatta in italiano e non in inglese.
Questo vuol anche dire che, se qualcuno dei miei amici italiani (fra i quali annovero tutti i lettori di questo blog, ivi inclusi coloro che non ho mai incontrato) desiderasse provare il gioco nella sua attuale incarnazione, come presentato al contest, lo esorto a farlo presto, e utilizzando come "manuale" quello in inglese. È cosa che non dovrebbe presentarvi alcuna particolare difficoltà, secondo me, trattandosi di un puro e semplice testo di istruzioni, e non di una raccolta di contenuti, fatta salva una singola pagina d'ambientazione il cui vocabolario specifico è comunque per almeno metà in latino, né vi sono inclusi "hand-out" per i giocatori. Se qualcuno, anzi, dovesse tentare un tale playtesting, lo prego di parlarmene, prima e dopo! Potrei addirittura, con un po' di fortuna, aver modo di partecipare. Sarebbe senza dubbio il primo collaudo di Aeonaut, e i suoi esiti influirebbero enormemente sulla riedizione in italiano che farò.

Saturday, April 18, 2009

Di competizione in competizione!

La nuova moda dilagante su Story-games.com si è rivelata tanto deliziosamente virale (no, dico, perfino il nostro Lorenzo Trenti si è cimentato nel produrre una di queste copertine!) che il suo istigatore primo David Artman ha pensato bene di lanciare un concorso per la realizzazione dei giochi completi dietro queste fantastiche copertine.
Ed io, nonostante il periodo atroce che mi aspetta, non ho saputo resistere alla tentazione di partecipare. Poche ore fa ho ricevuto i miei ingredienti e... ebbene, sono deluso al vedere che sono fin troppo omogenei: non c'è una bella dissonanza di quelle che fanno sbocciare veri fiori d'acciaio punk dello hippie-desing, l'idea da seguire si delinea in maniera fin troppo ovvia. Ma è comunque un'idea che vale la pena di realizzare.
Fortunatamente, il tempo concessomi è di ben due mesi (grazie di esistere, Ralph Mazza!), per cui ho almeno una modesta speranza di recuperare qualche momento da dedicare alla cosa - forse. Anche se sono comunque condannato a presentare un lavoro molto meno rifinito di quello che altri partecipanti potranno permettersi. Peccato.

Assolutamente da tenere d'occhio anche l'idea di un contest/workshop per la realizzazione di uno scenario a mo' di Braunstein, nata come revival degli albori del GdR per commemorare il recentemente scomparso Dave Arneson. Potrebbe nascerne un meraviglioso esempio di come la morte è parte del ciclo della vita.

E il Little Game Chef? Com'è andata a finire? Tornerò a parlarne appena mi avanzerà un minuto... Ma chissà perché continuo a proporre immagini di [animali imparentati con i] cavallucci marini?


Wednesday, April 1, 2009

Little Game Chef: EPIC FAIL

È possibile leggere le varie entries del Little Game Chef a questo indirizzo, o anche sbirciare nel processo autogestito di critica e recensione alla pari qui.
Ma, per la cronaca, non vi troverete il mio design...
Ho sforato (di circa 1 minuto! fantastico!) la deadline, e così il mio gioco rientra nella casistica flemmaticamente delineata dal britannicissimo Graham come "vedremo poi che cosa farne".
Ma non importa. Fra le opere in concorso ce ne sono di interessanti che è un vero piacere leggere. E anche un paio di emerite stronzate, naturalmente (Parpuzio? oh, yeah), ma quelle basta saperle riconoscere (non difficile) e ignorarle.