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Thursday, August 26, 2010

Monday, August 23, 2010

Thought of the day

As of 2010, for the scholar or the curious in roleplaying games and roleplaying game design there are no public libraries, no university libraries, no museums — just private collections to rely on.

Thursday, July 29, 2010

Martirio e apologia di certe piccole e brutali democrazie rivoluzionarie

Pirate ships are democracies. The pirate company elects its captain and can call for him to step down and accept replacement if it’s not satisfied. The company also votes where to sail, how to provision the ship, and what ships to attack as they go.
However, you and I both know what small group democracies are like. I’ll lay you twenty that more decisions get made by doubledealing and bullying than by honest vote.
Still, when you trace a pirate ship’s path, it usually won’t seem to have much sense or forethought behind it. Maybe they do travel at the whim of the vote after all. (D. Vincent Baker, Poison'd)
Per molti dei miei lettori è certo una notizia già vecchia l'annuncio che One Manga sta per chiudere. Scommetto anzi che molti di voi si sono già messi da un pezzo alla ricerca di alternative, e magari le hanno anche già trovate, o no? Io invece, debbo ammetterlo, non sono mai stato un loro utente — proprio questo anzi è il periodo della mia vita in cui volentieri lo diventerei, se non fosse già troppo tardi. A pungolarmi a scrivere dell'argomento in questa sede è stata peraltro questa discussione su Gente che Gioca, specie per i curiosi esiti che ha avuto.
Esporvi il mio punto di vista a riguardo mi richiede, innanzitutto, di rinviarvi al recente passato (e in particolare qui e qui). Ora penso indovinerete dove voglio arrivare... Come quasi sempre (e in linea di principio sempre) in materia di copyright, qui gli interessi salvaguardati, gli interessi "a rischio d'essere lesi", non sono in realtà quelli di alcun autore, di alcun creativo, bensì quelli di un sodalizio di vecchi lenoni delle case editrici. "In un mondo ideale" (quello cioè in cui gli autori e solo gli autori mantengono - sempre - la proprietà delle loro opere, ma la ragione della diffusione della cultura prevale per principio sulla ragione del profitto individuale) anche le serie a fumetti giapponesi sarebbero autoproduzioni, e le varie combriccole di "fansubbers" e "scanlators" rappresenterebbero l'unica forma di interfaccia con l'estero di cui un'opera possa mai aver bisogno. Se come me siete giocatori o game-designer che attribuiscono un valore all'essere "indipendenti", se credete in quanto fu enunciato da Ron Edwards in The Nuked Apple Cart (ora anche in italiano), allora amici voglio credere che la vostra opinione sulla grossa editoria in genere non si discosti troppo dalla mia.
E con questo, dunque, vorrei esaltare i "pirati" a eroi del popolo e della rivoluzione? Piano... Ammettiamo, innanzitutto, che la preponderante  maggioranza degli utenti di One Manga e consimili sono individui ai quali ne frega meno d'un cazzo delle questioni ideologiche: sono solo, molto più banalmente, gente che se ne approfitta per non "uscire i soldi" [grazie, Daniele!]. Ma chi invece le scanlation le realizza (facendosi "un culo tanto") non può certo essere mosso da opportunismo o pigrizia, evidentemente, né da ragioni di profitto: quella è gente che lo fa per passione, e come tale merita tutto il nostro rispetto.
Aggiungo, poi, che sono assai restio a inneggiare all'infrazione della legge, a dispetto della stupidità d'ogni normativa sul copyright: sono restio perché constato come invece siamo ancora obbligati a sfruttare proprio la stupida lettera delle leggi per rendere possibile il copyleft, e non abbiamo oggi altre linee di difesa contro i baroni feudali della "proprietà intellettuale".
Eppure alla gente che sta dietro a One Manga — così come ad altri Robin Hood della cultura umana — sento di dovere innanzitutto rispetto per il loro coraggio, che ha permesso loro di (r-)esistere finora, e per una nobiltà di fini che, non valendo a giustificare indiscriminatamente i mezzi, merita purtuttavia stima. La democrazia dei pirati? Violenta e discutibile, ma pur sempre democrazia in un mondo che altrimenti non ne conosceva affatto.
Tornando invece al (vero) punto di partenza del mio ragionamento: su Gente che Gioca l'intero contenuto di questo mio post avrebbe violato il regolamento (e, per la verità, ne avrebbe violato norme plurime). Può aver senso una cosa simile, vista la "missione" di quel forum? Io lo trovo profondamente sbagliato, un vero e proprio "bug", e insisterò per una revisione del regolamento che ne tenga conto.

Tyler Durden pensa che il fine giustifichi i mezzi. Io, per conto mio, condivido solo parzialmente i suoi fini, e un po' meno ancora i suoi mezzi. Ma mi è comunque simpatico.

Wednesday, June 23, 2010

Fermenti di una ben più reale ribellione

Negli ultimi giorni, e in particolare oggi, mi sono ritrovato a leggere numerosi articoli e notizie interessanti dai toni molto simili. La sensazione è che la cosa sia ormai così urgente da non poter essere ignorata. Dove "la cosa" è il passaggio dal cartaceo al digitale, con l'effetto che ciò avrà sull'editoria.

Clay Shirky fa il punto in un'interessante intervista.

La cosa ha implicazioni molto specifiche per il settore del fumetto giapponese.
Altro articolo legato allo stesso argomento.

Ma il "nostro" giro era già il più avanti (post, infatti, vecchio di due mesi, che curiosamente mi era sfuggito).

Picture unrelated!

Saturday, April 18, 2009

Di competizione in competizione!

La nuova moda dilagante su Story-games.com si è rivelata tanto deliziosamente virale (no, dico, perfino il nostro Lorenzo Trenti si è cimentato nel produrre una di queste copertine!) che il suo istigatore primo David Artman ha pensato bene di lanciare un concorso per la realizzazione dei giochi completi dietro queste fantastiche copertine.
Ed io, nonostante il periodo atroce che mi aspetta, non ho saputo resistere alla tentazione di partecipare. Poche ore fa ho ricevuto i miei ingredienti e... ebbene, sono deluso al vedere che sono fin troppo omogenei: non c'è una bella dissonanza di quelle che fanno sbocciare veri fiori d'acciaio punk dello hippie-desing, l'idea da seguire si delinea in maniera fin troppo ovvia. Ma è comunque un'idea che vale la pena di realizzare.
Fortunatamente, il tempo concessomi è di ben due mesi (grazie di esistere, Ralph Mazza!), per cui ho almeno una modesta speranza di recuperare qualche momento da dedicare alla cosa - forse. Anche se sono comunque condannato a presentare un lavoro molto meno rifinito di quello che altri partecipanti potranno permettersi. Peccato.

Assolutamente da tenere d'occhio anche l'idea di un contest/workshop per la realizzazione di uno scenario a mo' di Braunstein, nata come revival degli albori del GdR per commemorare il recentemente scomparso Dave Arneson. Potrebbe nascerne un meraviglioso esempio di come la morte è parte del ciclo della vita.

E il Little Game Chef? Com'è andata a finire? Tornerò a parlarne appena mi avanzerà un minuto... Ma chissà perché continuo a proporre immagini di [animali imparentati con i] cavallucci marini?


Friday, March 20, 2009

Little Game Chef 2009

La mini-competizione ideata da Graham Walmsley con Jason Morningstar e Eero Tuovinen su Story-games.com è iniziata. E io sono già stato colto alla sprovvista. Seguiranno miei commenti più dettagliati, ma... "immersion"?! Di tutte le "theory words" di questo mondo?! Gosh...