Sunday, April 12, 2009

In memoria dei nostri morti

Gli ultimi anni del 20° secolo, gli ultimi e più spettacolari anni della mia adolescenza, li trascorsi partecipando alla prima grande "stagione" di Pathos, un esperimento di gioco su scala molto grande, credo unico nel panorama del gioco di ruolo italiano.
Del funzionamento del gioco (all'epoca ne firmai perfino una parte del regolamento) oggi cambierei moltissime cose, con la facilità con cui dopo molti anni d'ulteriore esperienza si possono riconoscere le ingenuità tecniche del passato. Ma, soprattutto, in quel gioco conobbi moltissime persone: un gran numero di incontri che hanno segnato indelebilmente la mia vita.
Per la seconda volta, una delle persone che incontrai in quelle nostre strane avventure se n'è andata. Due anni fa toccò a Stefano, un amico con cui rimpiango di non aver trascorso molto tempo. Oggi invece ci ha lasciati Laura, che conoscevo molto poco, eppure che consideravo appieno un'amica grazie al grande e strano gioco che ha fatto intersecare le nostre vicende.
A entrambi rinnovo questa che è insieme promessa e preghiera:

In questo universo tanto vasto
sebbene non saremo gli stessi
sempre ci rincontreremo.


Tutti noi ci muoviamo e intrecciamo i nostri giochi amati nella vita reale, e come ciascuno nella vita reale dobbiamo ogni giorno fare i conti con l'esistenza della morte. Questo nuovo lutto capita proprio quando ancora una volta stavo tormentandomi per il mio rapporto con il tempo, dilaniato tra l'entusiasmo per intraprendere nuovi progetti e una cronica pigrizia. E viene a ricordarmi che ogni giorno trascorso semplicemente vivendo, senza imbattermi nel volto della morte, è un dono della sorte che non va sprecato. Oggi ho vissuto una giornata piena di cui non sono pentito: il mio dovere verso me stesso e la vita è di fare altrettanto domani, e il giorno dopo ancora. Occorre iniziare nuovi progetti, proseguire i vecchi e, poiché la continuazione della vita non è garantita, cogliere ogni occasione d'esprimere amore.

Pochi giorni fa è morto anche Dave Arneson. A differenza di Laura, lui è morto anziano. Ma dopo la morte avvenuta l'anno scorso di Gary Gygax, la scomparsa di Arneson significa che il gioco di ruolo è proprio malgrado diventato grande: a 35 o 40 anni d'età si trova a essere sopravvissuto ai propri genitori.
Un appello a tutti coloro che amano il gioco di ruolo: facciamo sì che l'era in cui viviamo, l'era della sua sofferta maturità, sia un'età di grandi meraviglie - di cui i nostri cari estinti possano andare fieri.



Edit: Michele Gianni ha fatto circolare questo bel ritratto fotografico di Laura. A quanti l'hanno conosciuta e a quanti non l'hanno conosciuta: ricordatela così.

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